IT, frammentazione e innovazione tecnica

Qualche giorno fa un mio collega a pranzo mi ha fatto una considerazione secca, quasi dal nulla dicendo (più o meno): "una cosa che non capisco del settore IT é l'altissima frammentazione che c'é"; dal suo punto di vista, consulente, ha un osservatorio privilegiato per vedere come esistano decine di software più o meno simili, più o meno equivalenti e tutti più o meno "piccoli". 
La mia prima reazione é stata cercare di spiegare come questa sia una cosa quasi scontata, ovvia, palese. 

Il mio punto sostanzialmente ruotava attorno al fatto che ci sono delle svolte tecnologiche che i big player non colgono subito, per prudenza, per mancanza di competenze, o perché non vedono il "margine".

Devo ammettere che non credo di essere riuscito a convincere nessuno.

Poi oggi però, primo giorno di ferie ( meritatissime :) ), ho letto un passaggio di "how Google works" che credo renda tutto molto più chiaro: 

" quasi tutte le aziende consolidate sono partite con delle intuizioni tecniche, per poi perdere la strada (come avviene spesso quando si invertono le priorità strategiche). I completi diventano più importanti dei grembiuli da laboratorio. Forse non é un errore in termini di moda, ma é certamente uno sbaglio per l'azienda consolidata, e un'opportunità per il nuovo entrato che l'attacca. " 

...

"...quando abbiamo riesaminato la nostra linea di prodotti e abbiamo cominciato a notare un andamento: i migliori dovevano il loro successo a fattori tecnici e non commerciali, mentre i meno riusciti mancavano di specificità tecnica"

(Eric schmidt, How Google works)

Il punto qui é nell'inversione di priorità, che spesso è considerata la corretta ed inevitabile via: ad un certo punto il prodotto DEVE diventare una vacca da soldi.

Mi sento di condividere la visione di Eric Smith, non sono molte le aziende che mettono al primo posto il cliente, o meglio il risultato che il loro prodotto da al cliente. Tutti dicono di farlo, molti ci provano. Ma pochissimi leggono questa "customer centricity" come una sfida di sostanza, di continua reale innovazione e conseguente attenzione al dettaglio significativo, che va oltre il "ti rispondo gentilmente e farò verificare immediatamente al tecnico". E soprattutto ne accettano il costo, che in parte ripaga il "debito tecnico" ma in parte richiede più processi, più attenzione, più cassa. 

Ma, ne sono convinto, é la base fondante di un business sostenibile, dove il vantaggio competitivo si crea non una tantum ma ogni giorno. Lo chiamerei "continous value stream" per usare un po' di parole alla moda; e chi collabora con me può testimoniare la mia maniacale attenzione al dettaglio, con il rischio ( imparato the hard way) di non rilasciare mai..

..ma d'altra parte chi vorrebbe far finire il divertimento?